STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

>> La Speculazione Immobiliare <<


- Buongiorno.

- Buongiorno a lei, mi dica.

- Ho deciso di mettere in vendita casa.

- No, grazie per aver pensato a me ma non mi interessa, ho già una casa.

- Ma non a lei! Voglio venderla così, in generale.

- Ma questa non è un'agenzia immobiliare.

- Ok, vado subito al punto. Per presentarla bene e ricavarci il più possibile, voglio mettere in  terrazzo due piantine da pochi soldi...

- Tipo?

- 2 barra 3 euro. Massimo 5, tiè! Per tutte e due, ovviamente.

-  Mi dispiace, non ho le fioriture stagionali, vendo rose e arbusti e non ho niente per quel prezzo.

- Porca miseria, come faccio, adesso? Mi toccherà andare da un'altra parte

- Magari, sì, ecco!  penso proprio che non abbia altra scelta.

- Ma non ce l'ha 2 piante da buttare?

- Due piante da buttare? Sì, certo, eccole qui.  Grazie, mi fa anche una cortesia...

- Ma queste sono morte!

- E ci mancherebbe! Non posso mica buttare le piante vive. Ma parliamo di cose serie, piuttosto: come sta messa questa casa che vende? E' da ristrutturare? Il bagno in che condizioni è?

- Bah, tutto da rifare, è piuttosto malconcio. Ma perché me lo chiede?

- Lo faccia rimettere a posto, mi dia retta, anche quello è un buon biglietto da visita.

- Lo so, ho capito, ma mi costerebbe un occhio della testa...

- E perché? Non è mica detto, sa? Guardi, un po' più avanti c'è un negozio di sanitari, ci  vada e chieda, chi lo sa, magari hanno una tazza del cesso da buttare!


STORIE DI ORDINARIA FOLLIA.

>> Il Gelsomino Azzurro <<


- Buongiorno.

- Buongiorno a lei, mi dica.

- Volevo un gelsomino azzurro.

- Ah, il plumbago. Venga con me, glielo mostro subito

- No, no, aspetti! Non voglio quella cosa che ha detto lei, sto cercando un gelsomino azzurro.

- Lo chiamano gelsomino azzurro ma il suo vero nome è plumbago.

- Mai sentito. Posso vederlo?

- Eccolo qui!

- Oh meno male, finalmente l'ho trovato!

- E' lui? Lo riconosce?

- Sì, certo, vuole che non conosca il gelsomino azzurro?

- Meglio così. Ecco a lei. Va bene uno?

- Ma... come mai non profuma?

- E' normale, il plumbago non profuma.

- Aridaje co' sto plumbago! Mi deve dare un gelsomino azzurro, punto! Se non profuma non è un gelsomino

- Ma veramente non tutti i gelsomini sono profumati,  il nudiflorum...

- Senta, abbia pazienza, forse sarete bravi e preparati con le rose, forse, ma di tutto il resto non ci capite proprio niente. E con questo la saluto!

CRONACHE DI UN DIFFUSO DISAGIO.

>> La festa della Mamma<<


- Buongiorno

- Buongiorno a lei, mi dica

- Ho bisogno di un consiglio. Domani vado a pranzo da mia madre...

- Beato lei! Immagino che cucini bene.

- Divinamente! ci vado tutte le domeniche! Pensi, domani compie 86 anni ma è vispa come un grillo. Ha una grinta, quella donna, che Dio la benedica.

- Generazione di ferro, quella!

- È vero. Ascolti siccome vado anche con mia moglie e i miei figli, volevo portarle una pianta in regalo, ma una cosa da spenderci poco.

- Che amore filiale, eh?

- No, guardi, non è per i soldi, anche perché dividerò la spesa con mia moglie e i miei figli.

- Addirittura!

- Sicuro! E' giusto che il regalo venga dal figlio ma anche dalla nuora e dai nipoti. In fondo cucina anche per loro.

- Giusto, non fa una piega!

- Lei capisce, però, che a quell'età, con gli acciacchi e i malanni che ha, povera donna, è anche parecchio smemorata, finisce che la fa morire in due giorni...

- Mi era sembrato di capire che è una forza della natura...

- Ma, scusi, cos'è questo profumo?  Ammazza quanto è buono. Da dove viene?

- Eccole qui, proprio dietro di lei, sono le gardenie.

- Che meraviglia! Che spettacolo! E che profumo! Posso fare una foto? La mando subito a mia moglie, vediamo che dice.

- Certo! Anzi la mandi anche ai suoi figli. Le foto, però, si pagano....

- Davvero?!!!

- Scherzavo! Con questa, però, di sicuro la farebbe felice!

- Tuttavia mi viene un dubbio. Uhm... Mi scusi, com'è possibile? siamo a Giugno! Le gardenie fioriscono a Pasqua e per la Festa della Mamma.

- E domani non è  la festa della sua mamma? Questo vivaio fa miracoli per i propri clienti!

- Ah , già!... queste però mi sembrano un po' troppo grandi, non le chiedo nemmeno il prezzo. Non ne ha di più piccole?

- Purtroppo no.

- Ok, allora facciamo così: faccio subito un salto a casa, faccio vedere le foto a mia moglie e poi  caso mai ritorno.

- Ok, casomai! Ma non dimentichi di mostrarle anche ai suoi figli, mi raccomando!








STORIA DI UN DIFFUSO DISAGIO

>> Il Tempo<<

Tutti conoscono la Cycas Revoluta. Per chi invece non la conoscesse, è quella ritratta nella parte destra della foto.

Pianta totemica fino ad alcuni anni fa, venduta a vagonate ovunque, e oggetto di furti rocamboleschi nei vivai e nei giardini privati, oggi è quasi del tutto fuori commercio: alcuni esemplari di piccola taglia e di aspetto non distinguibile dalla plastica vengono talvolta proposti nei magazzini IKEA.

Da anni Cycas Revoluta non fa più parte della nostra offerta commerciale. L'esemplare che vedete nella foto, infatti, ci fu dato in adozione (regalato) nell'attuale vaso, da una signora che conosciamo, l'estate scorsa. Le dispiaceva farla morire abbandonandola sull'autostrada come si fa con gli animali domestici e quindi la affidava in buone mani perché non aveva tempo di prendersene cura. La pianta, piuttosto malconcia, aveva un solo giro di foglie, quello in basso ancora visibile.

Adesso, da poco meno di un mese, è esplosa con una crescita impressionante e foglie nuove lunghe più di un metro. Che cosa le abbiamo fatto?

Niente! L'abbiamo semplicemente innaffiata!

Darsi il tempo per innaffiare una pianta vuol dire dare tempo a se stessi. Prendersene cura vuol dire coltivare la vita e circondarsi di stupore, di piacere e di bellezza.

Che fine ha fatto il nostro tempo?

L'abbiamo regalato?

L'abbiamo venduto?

Nulla di tutto questo. Ce l'hanno rubato e non ce ne siamo neppure accorti. C'è l'hanno rubato e abbiamo chiuso gli occhi. 



STORIE DI INGUARIBILI PREGIUDIZI.

  >> La Filosofia e le Rose<<


-  Buongiorno.

-  Buongiorno a te. Dimmi, ti posso aiutare?

-  Mi hanno indirizzato a questo vivaio perché devo acquistare una rosa, mi hanno detto che ne avete tante.

-  E' per te o è un regalo?

-  Per me? No, io non ho tempo. E' per i nonni:

domani festeggiano le nozze d'oro. In giardino

hanno già tante rose, sono certo che sarà molto gradita.

-  Allora sei nel posto giusto! Vieni, facciamoci

 un giro.

-  Aspetti un attimo, però, prima le volevo chiedere una cosa: appena entrato sono stato subito

attratto da questa pianta, un vero colpo di fulmine. Ma che cos'è?

-  E' una rosa!

-  Una rosa, questa?! Ma è sicuro?

-  Stai scherzando?

-  Mi scusi, non volevo essere maleducato. Certo

 però che è strana! Il fiore è strano, cinque petali....

-  Embé? ci sono un sacco di rose che hanno solo cinque petali!

-  Uh già, è vero, la rosa canina ha cinque petali! Quindi è una rosa canina?

-  Come a dire:

Tutte le rose canine hanno 5 petali,

siccome questa rosa ha 5 petali,

questa rosa è una rosa canina”.

Sillogismo fasullo, giovanotto. Se fossi il tuo prof. di Filosofia ti avrei già bocciato. Hai studiato male il povero Aristotele.

-  Ma lei ha studiato Filosofia?

-  Tanti anni fa, al Liceo. Perché?

-  Perché ha ragione, è un sillogismo impostato male. Perdoni l'ignoranza, ma io le rose le ho sempre pensate in quell'altro modo.

-  Eh, ma siete in tanti a pensarle soltanto in quell'altro modo.. Solo che non pensare una cosa non necessariamente implica che quella cosa non esista.

-  Questo, però, non mi sembra Aristotele.

-  Infatti, questo sono io.

-  Ok, quindi questa è sicuro che è una rosa.

-  Bah, non esageriamo, proprio sicuro sicuro no.

-  Ah no? In che senso?

-  Nel senso che non ci metterei la mano sul fuoco.

    Ma come no?! Sul cartellino lei ha scritto

 ROSA “Astronomia”!

-  E' vero, ma io, quando ho dei dubbi, mi affido

sempre alla sapienza popolare. Conosci il detto

non c'è rosa senza spine”?

-  Sì?

-  E questa le spine ce l'ha. Ergo...

-  Ma non vale!...

-  Conosci anche il detto “se son rose fioriranno”?

E questa è fiorita.

-  Come a dire:

Se son rose fioriranno,

questa pianta è fiorita,

questa pianta è una rosa”,

i suoi sillogismi, scusi se glielo dico, sono peggiori

del mio.

-  E' vero, lo ammetto. Ma che studi fai?

- Sono al secondo anno di Filosofia.

-  Uhia, mi sa che questa volta sono cascato male!

-  Direi proprio di sì. Facciamo in questo modo, allora: Astronomia, che non sappiamo bene che cosa sia,

mi piace troppo e la compro per me. E adesso

mi porti in giro per il vivaio a scegliere

una rosa vera per i nonni.

STORIE DI PERVICACE COCCIUTAGGINE.

>> La Signora che abita in Centro<<


- Pronto?

- Sì, pronto!

- Buongiorno.

- Buongiorno a lei, mi dica.

- E' il vivaio?

- Sì?

- Ascolti, avrei bisogno di mandare 100 rose rosse ad una signora che abita in centro.

- Ullalà, questa sì che è passione!!!

- In che senso?

- Mi dispiace, ma come ha detto lei questo è un vivaio e non un fioraio.

- E dunque?

- E dunque non vendo rose da reciso.

- ...

- Pronto?

- Che diceva, scusi?

- Che non vendo rose da reciso.

- ...

- Pronto?

- ...

- Pronto? Pronto? C'è ancora?

- E che vordì?

- Che non vendo le rose da taglio, per quelle deve rivolgersi ad un fioraio.

- Ah!

- Eh!‍

- E lei che vende? Su internet siete i primi per le rose.

- Io vendo le piante di rose, non le rose recise!

- Ah!

- Eh!‍

- E adesso come faccio?

- Non lo so. Telefoni ad un fioraio.

- Ma quante piante di rose ha?

- In questo momento? non lo so: seimila, settemila, perché?

- E con tutte 'ste piante che ha non riesce a ricavarmi 100 rose rosse?!

- Guardi, intanto per non farle fare brutta figura con la signora che abita in centro le insegno una cosa fondamentale: mai regalare le rose rosse in numero pari!

- E perché?

- Perché le rose rosse in numero pari sono associate alla morte e al dolore. In numero dispari alla passione.

- E vabbé, che problema c'è? facciamo 101 e non se ne parla più! Io non bado a spese. Le faccio un bonifico?

FAKE NEWS IN EPOCA ANTE SOCIAL...

... (e che sopravvivono ancora oggi).



L'ARGILLA ESPANSA è un inerte "inventato" negli anni '60 come materiale edile isolante, e successivamente (ma non sappiamo per l'esattezza quando), introdotto nelle moderne pratiche colturali.

L'utilizzo di argilla espansa sul fondo dei vasi viene ossessivamente  raccomandato da vivaisti e giardinieri per facilitare il drenaggio ed evitare ristagni d'acqua: un'affermazione non supportata dai fatti e smentita da chiunque faccia giardinaggio serio. Un'affermazione suffragata semplicemente  dal "Tutti lo dicono" e dalla pappagallesca (non ce ne vogliano i pappagalli!) ripetizione di luoghi comuni.

Olà "Boomer"! Ricordate  la frustrazione - e la disperazione! - delle nostre mamme e delle nostre nonne che,  persino quando era già comparsa l'argilla espansa, si ostinavano ad affidare la funzione di drenaggio a un po' di coccetti "incupolati" sopra il foro del vaso ma fatalmente vedevano morire tutte le loro piante per marciume radicale? No? Non lo ricordate?  Che smemorati!

La verità che nessuno dice, per ignoranza o per convenienza, è che l'argilla espansa ha due caratteristiche peculiari ben precise:

- Anzitutto è perfettamente INUTILE ai fini del drenaggio. Le piante hanno bisogno di acqua ma anche di ossigeno nelle radici, e questo equilibrio puo' essere garantito soltanto da un terriccio di eccellente qualità. Se il terriccio che usate per i vostri vasi è quello economico/scadente dei supermercati o dei garden, tenderà velocemente a decomporsi, a compattarsi e a diventare asfittico. Puoi mettere tutta l'argilla espansa che vuoi, ma non avrai risolto il problema. Se poi aggiungi anche un sottovaso per non "sporcare", è ovvio che qualche problemino di testa ce l'hai.

- In secondo luogo è DANNOSA per le piante: più ne metti sul fondo del vaso - e da un po' di tempo si tende anche ad esagerare nelle quantità - più rubi spazio utile (e acqua) alle radici in quello spazio già limitato che è il vaso. Poi, quando arrivano le estati bollenti di questi ultimi anni, le piante vanno inevitabilmente in sofferenza (in questi casi, anzi, un sottovaso con riserva d'acqua sarebbe proprio utile).

Volete la riprova di quanto affermiamo?

Quando acquistate una pianta in vivaio, quante volte vi è capitato di trovare sul fondo del vaso l'argilla espansa? Mai! Se fosse veramente indispensabile, se non avete pensato di essere furbi, al contrario dei vivaisti che invece sarebbero scemi, una domanda sicuramente ve la sarete posta.

E allora?

Allora, a noi piace parafrasare Silvio Garattini quando gli hanno chiesto a chi fanno bene certi farmaci, adattandola all'argilla espansa: 

"L'argilla espansa fa bene a chi la produce e a chi la vende".

STORIE DI BEATA INGENUITA'

>>Il Signor Davvero<<


- Buongiorno.

- Buongiorno a lei, mi dica.

- Ascolti, io e la mia ragazza tra due settimane ci sposiamo. Oggi però è il suo compleanno e vorrei regalarle una pianta di rose. Sarei interessato in particolare ad una rosa antica.

- Ottimo! E magari anche profumata.

- Wow, sarebbe il top!

- Allora le propongo questa, tra le antiche è proprio il top.

- Questa?...  Non ce l'ha quelle classiche, con il bocciolo a calice?

-  Ma quelle non sono antiche e nemmeno classiche. La forma a punta del bocciolo, o a calice, è proprio l'ultima arrivata. Lei, invece, mi ha chiesto una rosa antica!

- Ma davvero?!

- Davvero, cosa? Non mi ha chiesto una rosa antica?

- Sì... sì, certo... e questa è antica?

- Questa è Souvenir de la Malmaison, una rosa bella e romantica - direi che fa proprio al caso suo -  molto fiorifera e profumata. Sù, annusi, si faccia una bella sniffata che le fa bene. Ed è antica: esattamente del 1843.


- Caspita: 1843!!! Ma davvero? Questa pianta qui?

- Davvero! Proprio lei!

- MILLEOTTOCENTOQUARANTATRE! ... Allora è veramente antica!  Ma...   era di sua nonna?

- Ho un'aria da Matusalemme?

- Oh, nient'affatto! mi scusi, non volevo offendere... E quindi?

- Quindi apparteneva alla mia trisavola.

- Davvero?!

- Anzi al mio trisavolo, per la precisione. Lui aveva la passione per le rose,

 e di generazione in generazione - dal milleottocentoquarantatre-  è arrivata fino a me.

 L'unica cosa che è cambiata in tutti questi anni è il vaso, all'epoca erano

 in terracotta e alla fine si consumavano o si rompevano...

- Ma allora non deve venderla, scusi, è... è una specie di gioiello di famiglia!

- A lei la vendo volentieri perché mi sembra un bravo ragazzo...

- Davvero? Grazie, lei è molto gentile. Ma davvero, non posso accettarla...

- ... e sono certo che sarà in buone mani.

- E' sicuro?

- Che sarà in buone mani? Non lo so, ma voglio fidarmi!

- Quand'è così, non posso rifiutare...

- Direi di no, mi farebbe proprio un torto.

- Eh già... E' davvero una grossa responsabilità, però... Ci posso ripensare?

- Allora vuol farmi proprio un torto!

- No, no, si figuri... C'è una cosa, però, che non capisco: le rose nel giardino

di mia madre avranno sì e no una decina di anni e sono diventate enormi.

Questa, invece, dopo così tanto tempo...

- Vuol dire che la sua mamma è brava e ci sa fare con le rose. Noi invece, qui,

facciamo quel che possiamo.

- Ah, ok, grazie, questo mi rincuora davvero perché... se proprio dovessi

avere problemi con questo prezioso gioiello chiederò aiuto a mia madre.

Affare fatto!



The Soul of the Rose

Questo celebre dipinto di John William Waterhouse ha un titolo emblematico,

 “The Soul of the Rose”. L'opera ritrae una giovane donna della Belle Epoque, immersa nell'atmosfera magica di un giardino, nell'atto di annusare una rosa. E' un'atmosfera sospesa, rilassata, senza tempo e senza distrazioni: nonostante la ricchezza dei particolari, dal giardino stesso all'abito della donna, lo sguardo è catturato dall'unico punto focale della scena: quel viso e quella rosa che si incontrano. Le lunghe dita sottili l'accostano delicatamente al naso e alle labbra, quasi volesse baciarla, mentre il rosa soffuso dei petali si propaga dal fiore alle sue gote. E' un gesto indolente e allo stesso tempo sensuale: gli occhi della donna appaiono socchiusi in un lungo, lento e profondo respiro per assaporarne l'essenza più intima, “L'anima della rosa” per l'appunto, la quale altro non è che il suo inebriante profumo che arriva magicamente fino allo spettatore.

“Una rosa che non profumi” - scriveva il buon Ippolito Pizzetti - “è una mezza rosa”.

Ci capita spesso di pensare a “The Soul of The Rose”, quando sollecitiamo i nostri visitatori ad annusare le rose. E ci stupiamo che alcuni non ci pensino nemmeno; che altri non colgano l'invito, neppure per cortesia, perché disinteressati; che altri ancora dedichino a questo rito imprescindibile appena una frazione di secondo, quasi fosse un atto sconveniente o disdicevole o, forse, chissà, addirittura peccaminoso. Fino a non molti anni fa, vedere una rosa e chinarsi ad annusarla era un vero e proprio riflesso condizionato che questo tempo di inesorabile e sciagurata  alienazione dalla realtà ha dissolto velocemente.

E voi? Annusate le vostre rose? E come e quanto le annusate? In questo vi sentite Vintage o Postmoderni?


STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

>> Le Trombe della Morte<<


  • - Mamma mia quanto è bella, è meravigliosa🥰. Adesso che finalmente ho una casa con giardino... è stata sempre uno dei miei sogni, ma... veramente, non posso!
  • - E perché?
  • - Ma come?! Non lo sa?😳 E' una pianta pericolosissima!😱👹 E' conosciuta anche come "Le Trombe della Morte"... 💀
  • - Io la conoscevo come "Le Trombe degli Angeli",😇📯📯📯 mi sembra più poetico...
  • - ... perché le sue foglie contengono alcune sostanze tossiche come scopolamina, atropina e iosciamina...
  • - Davvero?😲 E che sono?😱
  • - Di preciso non lo so, non sono mica una chimica, ma mi piace essere informata. Le sue foglie, se sono ingerite, possono portarti fino alla morte, sa?
  • - Ah!😬...  no, non lo so. Però stavo riflettendo🤔: ecco perché non sono ancora morto! Io tutte le sere ci ficco dentro il naso, a lungo, per godermi il profumo, è un'esperienza olfattiva inebriante! Ma le foglie no, non le ho mai assaggiate. Lei pensava di farlo, prima di essere informata?
  • - Cioé?
  • - Pensava di mangiarle, prima di scoprire quelle tre cosacce che ha nominato?
  • - Io? Ci mancherebbe! Però può capitarti di toccarla o di maneggiarla, e magari inavvertitamente grattarti l'orecchie,  stropicciarti gli occhi o passare le mani tra i capelli...
  • - ... e a quel punto rimani stecchito...
  • - Può capitare, certo, perché no?
  • - Io la tocco sempre a mani nude, anche quando la poto.🫣
  • - Eh, ringrazi il cielo, finora è stato fortunato.
  • - Magari è fortunata anche lei... Suvvia non si neghi questo bel sogno...
  • - Ma non è per me, io posso pure stare attenta, il problema è che ho 2 gattini...🙀🙀
  • - Ehhh! qui in vivaio ce ne sono sedici🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈🐈 e nessuno di loro è mai morto con le Trombe degli Angeli...
  • - E vabbè, i suoi sono gatti cresciuti allo stato brado, i miei sono sempre vissuti in appartamento..
  • - ... tutti i gatti sanno per istinto cosa è pericoloso per loro e cosa no...
  • - ... e in più ho anche una bambina di 18 mesi...
  • - ... che ama mettere tutto in bocca...
  • - Come lo sa?😲
  • - L'ho già sentito mille volte.🥴

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

>>La Savana Africana<<

- Buongiorno.

- Buongiorno a lei, mi dica.

- Il mio giardino è proprio triste, non c'è un filo d'erba, una piantina, un cespuglietto, un alberello, un fiorellino, niente di niente.

- E allora perché lo chiama giardino?

- E come dovrei chiamarlo? Eppoi, tutto il giorno co 'sto sole a picco che ti spacca le ossa. Ha presente la savana africana?

- Più o meno.

- Ecco, quella li! Ora, io vorrei piazzare esattamente al centro del giardino proprio una bella pianta...

- Perché esattamente al centro?

- Perché in giardino non ci vado mai e così me la godo dalla finestra di casa.

- Se non ci va mai, perché ha comprato la casa col giardino?

- Io?, il mio ex marito l'ha voluta. Ma io ho bisogno di un po' di allegria, sa? qualcosa di bello da vedere. Ma senza troppo impegno perché non ho tempo.

- Ho la pianta giusta per lei. Venga.

- Qual'è?

- Questa!

- Questa?!!... e che cos'è?

- Si chiama Leucophyllum.

- Ma è una pianta selvatica?

- E' una pianta! Viene dal Messico e dal Texas, abituata a caldo e  siccità, adatta a situazioni tipo savana africana.

- A me, però, non mi dice proprio niente, ha i fiori piccoli e smorti, e le foglie striminzite. Sembra una piantaccia di strada, un'erbaccia di campo. Io pensavo a qualcosa di vistoso, decorativo...

- Più vistosa del Leucophyllum?

- Ma sì, tipo un'ortensia o un rododendro...

- Nel suo giardino?! Noooo:  troppo caldo e troppo sole. E poi, a quanto ho capito lei innaffia poco...

- Diciamo meno di poco. E chi ce l'ha il tempo di innaffiare?

- Appunto per questo le propongo il Leucophyllum.

- Com'è che si chiama?

- Leucophyllum. Leucophyllum Langmaniae, per la precisione.

- No, no per carità, troppo difficile, non se ne parla proprio!

- Non è un cagnolino che deve chiamare per nome...

- Ma perché non gli mettono nomi più semplici? Mi dica lei se uno può comprare una pianta con questo nome?

- Le va bene “pianta barometro”?

- In che senso?

- Sì, perché pare che avverta i cambiamenti di umidità nell'aria e se si ricopre di una gran quantità di fiori vuol dire che sta per arrivare la pioggia o un temporale.

- Capirai, porta pure sfiga!

- La pioggia non è sfiga, è una benedizione....

- Ma poi che so' tutti 'sti mostri che bazzicano sopra ai fiori?

- Sono api, bombi e farfalle. E' una pianta che attira tanti impollinatori.

- Oh dio mio, io ho la fobia, anzi il terrore degli insetti. Lei vuole proprio che non esca più nel mio giardino, ho capito. Vede, già ho prurito dappertutto e comincio a sudare. Vado via subito, che è meglio. Grazie e buona giornata.

- Buona giornata a lei.



BANALITA' DELLE PIANTE


Oggi ho provato a rifilare Beloperone Guttata ad una signora di mezza età. E' venuta apposta da noi per fare un regalo, una pianta bella e particolare perché lei non ama regalare banalità soprattutto quando si tratta di piante.

Non è stato sufficiente indicargliela con la mano per individuarla, è stato necessario estrarla dal mucchio: chissà cosa credeva che fosse quell'intrico scopiettante di foglie, di brattee arancio vivace e di fiori bianchi. Ma lei l'ha degnata appena di un'occhiata fugace, distogliendo subito lo sguardo con un'espressione mista di sconcerto e di orrore.

- E' brutta, non mi piace!

- Davvero???

- Troppo disordinata, non si capisce niente. Non ha né capo né coda!

Da alcuni anni le piante in vendita nei garden hanno tutte la stessa uniforme conformazione: compatte e fitte, fogliame piccolissimo e stretto, internodi cortissimi, forma a palletta, quantità improbabile di fiori, vaso minuscolo  rispetto alle dimensioni della pianta. Spesso, cessata la fioritura, fai fatica a distinguere un'azalea da una lantana o da un solanum rantonnetti. Questo risultato viene ricercato e ottenuto in produzione con l'utilizzo di ormoni brachizzanti (o nanizzanti) con un duplice scopo:

-  da una parte, soddisfare il cattivo gusto diffuso di un pubblico al quale il mondo delle piante è sempre più estraneo. Non importa se non sai distinguere una quercia da un filo d'erba, ciò che conta è l'effetto decorativo immediato, più appare finto più ha valore. La pianta non è più un essere vivente ma un oggetto, uno strumento per soddisfare un capriccio momentaneo: non può crescere secondo natura, non deve occupare lo spazio che le serve, non può rubarci quel tempo che fingiamo di non avere. Tutte quelle che osano ribellarsi a questo standard, che appunto non hanno, secondo il diffuso sentire, né capo né coda, escono fuori mercato o, se in vendita, vengono sistematicamente ignorate dal pubblico;

- dall'altra serve ad alimentare in perpetuo il mercato del verde con tutte le sue orrende stravaganze (vedi la moda dei terrari), ma anche perché queste piante sono a durata programmata e, salvo rare eccezioni, tolgono il disturbo in pochi mesi, se non  addirittura, dio lo voglia, in pochissime settimane.

In conclusione la signora ha ripiegato su una rosa. E poiché le piace fare regali non banali, soprattutto in fatto di piante, ha scelto il trionfo della banalità, la rosa che, per unanime consenso degli esperti, è la rosa più venduta al mondo di tutto il XX secolo:  la rosa Gioia!

Ma io, mosso a compassione nei confronti del destinatario, e avendo saputo, durante la conversazione,  che si trattava di una ricca signora di origini persiane fuggita dall'Iran, l'ho dirottata su "Rose de Rescht":

- Vedrà, quando leggerà il nome, scoppierà in lacrime per la commozione!

Ma non sono sicuro di averla convinta.


IIeri è stata una lunga e faticosa giornata di meditazione, complice la pioggia che ci ha resi inattivi. Più guardavo e riguardavo i clorofiti e più mi domandavo, di fronte alla loro bellezza, al loro sfarzo, alla loro eleganza:

 "Perché mi chiedi che fiori fanno? Che cosa aggiungerebbero i fiori a un tale tripudio di grazia e di magnificenza?"

Così, nell’assillo amletico di tale rovello, è trascorsa buona parte della giornata, dalla tarda mattina fino all’ora in cui  le tenebre della sera hanno avvolto nel silenzio e nella quiete notturna l’intero vivaio.

Poi venne la notte, che dovrebbe portare consiglio. Ma il sonno fu subito leggero e irrequieto. Sarà l’età, mi dicevo nei momenti di veglia, non hai più venti anni, alla tua età si dorme di meno e si dorme male. Ma, tra una veglia e l’altra, la mente veniva subito assediata da un incubo ripetitivo, come un tarlo petulante e fastidioso: i clorofiti!!! Clorofiti mostruosi, strapieni di fiori: enormi corolle rosse, oppure gialle e stradoppie, talvolta screziate di rosa e di blu, o con fiorelloni a pois verdi e amaranto... Mi sono alzato alle 6 del mattino tutto sudato. Ho fatto subito la doccia, preso il caffé e tornato in vivaio.

Sono entrato in serra per osservare ancora una volta i clorofiti. Poi, di fronte alla prospettiva di un’altra giornata uguale a quella di ieri, mi è subito venuta un’illuminazione e mi sono chiesto:

 “Se la bellezza salverà il mondo, che possibilità ha questo mondo di essere salvato?”

Allora ho preso la scala, mi sono arrampicato fino alla grondaia della serra e ho cominciato a ripulirla dalle foglie secche.

STORIE DI ORDINARIA MEGALOMANIA.

>>Ma noi volevamo spendere molto di più!<<


- Buongiorno.

- Buongiorno a voi, ditemi pure.

- Io e mia moglie vorremmo acquistare un albero di ulivo.

- Sono nel piazzale oltre la serra. Seguitemi e ve li mostro.

- Ma... questi qui?!!!

- Perché? non vanno bene?

- Ma per carità, si figuri! Noi volevamo proprio un esemplare. Da spenderci almeno 2.000 euro. Capito quali? Un ulivo secolare, insomma.

- Sì, sì, quelli talmente vecchi che i contadini li danno via per pochi soldi pur di sbarazzarsene...

- Ma davvero?!

- ... e li capitozzano lasciandoci sopra quattro monconi.

- Ma poi si ripigliano...

- Facciamo così: per farvi risparmiare sul trasporto e avere più soldi da spendere per il vostro ulivo secolare, ditemi dove sta il vostro antico casale e io vi suggerirò qualcuno più vicino a cui potrete rivolgervi.

- Casale?! Nooo! Magari!!! E' una villetta a schiera qui a Roma, appena costruita...

- Una villetta a schiera?!

- ...  con un giardinetto di 50 metri quadrati...

- Cinquanta?!

- ... circondato da un bel muretto perimetrale intonacato di giallo alto 2 metri...

- Due metri...

- ... e quaranta centimetri sotto c'è il nostro garage.

- Amen.

STORIE DI ORDINARIA FOLLIA

   >> Il Falso Pepe <<


- Buongiorno.

- Buongiorno a lei, mi dica.

- Avete alberi da frutto?

- No, mi dispiace, non li trattiamo.

- Nemmeno un albicocco, per esempio?

- No, l'albicocco no.

- E un susino?

- Nemmeno.

- Un pesco, un melo, un pero?

- No, proprio zero.

- Anche un cachi andrebbe bene. Non mi dica che non ha nemmeno quello!

- Invece glielo dico: non ce l'ho!

- Ho capito!

- Finalmente!

- E questo cos'è?

- Uno Schinus Molle.

- Sembra un salice piangente.

- Un salice piangente? Non ci azzecca niente. E' l'albero del falso pepe.

- Perché?

- Vede questo grappolo di piccoli frutti tondi? E' il pepe rosa. Può benissimo usarlo in cucina.

- In cucina? Ma no, mi sembra troppo alto e ingombrante. A me serve un albero da piantare in giardino.

- Non l'albero!...

- Ho capito.

- Finalmente.

STORIE DI STRAORDINARIA PRODIGALITA'

>> Il primo amore non si scorda mai<<


 Buongiorno...

- Buongiorno a lei, mi dica.

- Mi scusi, stava per chiudere?

- No! Perché?

- Boh, non saprei. Mi era sembrato...

- Ho aperto appena mezz'ora fa! Ma mi dica, cosa le occorre?

- Stiamo cercando un ulivo.

- Stiamo?...

- Si, vengo per conto di un gruppo di persone, mi hanno mandato  in avanscoperta, per così dire... Sapevo di questo vivaio, a pochi passi da casa mia ho detto, e allora hanno dato l'incarico a me.

- Però...  non mi pare di averla mai vista, o sbaglio? Comunque, mi dica.

- Non una pianta gigantesca, ovviamente, qualcosa di piccolo.

- Venga con me, gliene mostro alcuni che pochi giorni fa una coppia di signori ha trovato minuscoli.

- Ma... questi qui?!

- Perché? non vanno bene?

- Ma sono enormi!!!

- Davvero?! Come cambiano i punti di vista!

- No, guardi, le spiego: siamo un gruppo di persone che si sono ritrovate su Facebook e, appunto, abbiamo fatto un gruppo: "Quelli delle Elementari".  Era una scuola molto particolare: pensi, si chiamava "Scuola Elementare Paperon de' Paperoni".

- Ma dai, sul serio? Una scuola per famiglie con i soldi...

- Carino, no? Su questo gruppo abbiamo trovato anche la nostra maestra che, adesso, è in pensione da tanti anni. E siccome abbiamo deciso di farle un regalo, perché a quell'epoca eravamo tutti maschi e tutti innamorati di lei - non le dico: una granbonazza, mi creda - lei ha un bel giardino, bello e grande, dice su Facebook, e quindi quale miglior regalo di un bell'ulivo?

- Ma questi non sono mica brutti!

- No, no - per carità, non mi fraintenda! - sono bellissimi! Ma... qualcosa di più piccolo... di MOLTO più piccolo. Se non fa le olive non ha importanza...

- Un ulivo che non fa le olive è difficile da immaginare...

- No, per dire, va'. Qualcosa di simbolico, insomma...

- Simbolico come l'amore di un ragazzino a quell'età per la sua maestra, giusto?

- Bravo, ha capito benissimo. Al limite andrebbe bene anche un piccolo bonsai, tanto poi cresce...

- Ma, scusi, in quanti siete a fare questo "regalo"?

- Trentaquattro...

- .....

ABUTILON x VITIFOLIA.


C'è stato un tempo in cui eravamo giovani. Erano gli anni Ottanta. Ma anche i Novanta. Eravamo curiosi, ottimisti, assetati di conoscenza. Volevamo sperimentare, andare oltre, godere della bellezza e dello stupore con cui la Natura poteva svelarsi in nuove forme e sorprenderci. Non cercavamo alibi o scusanti, non avevamo paure astratte e precostituite, volevamo essere padroni del nostro tempo e del nostro spazio. Abbiamo scoperto e sperimentato, a volte con successo, a volte no, centinaia di piante ormai sparite dalla circolazione.

Adesso è il tempo della tetraggine e della mediocrità, della pianta oggetto, stereotipata e ammansita, sotto controllo, che infonde sicurezza ed esorcizza la paura dell'ignoto. E' il tempo dell'evasione, del disimpegno, della rinuncia alla propria natura animale e della tecnocrazia, della rinuncia al proprio tempo e al proprio spazio. E' il tempo del conformismo, della massificazione, delle paure pretestuose, dell'ignavia, dell'apatia. E' il tempo in cui, a qualunque età, si può passare a pochi centimetri da un Abutilon e non vederlo nemmeno.